Diabete di tipo II, le spezie che agiscono come i farmaci | Regolarizzano i livelli di glucosio nel sangue

Secondo uno studio americano, ci sono due spezie che aiutano a contrastare il diabete e agiscono allo stesso modo dei farmaci. Scopriamo insieme quali sono 

Un recente studio statunitense ha fatto emergere nuove benefiche proprietà di due note erbe aromatiche. Si tratta di due spezie che mangiamo quasi quotidianamente e che addirittura, si è scoperto, possono contrastare il diabete tipo II allo stesso modo dei farmaci, ma senza controindicazioni.

Erbe aromatiche-fonte web

Le due spezie che contrastano il diabete tipo II

Le spezie di cui stiamo parlando sono, nello specifico, rosmarino e origano. Dallo studio, è emerso che queste due erbe aromatiche sono un grande aiuto nella lotta al diabete di tipo II perché la loro azione consiste nel ridurre i livelli di glucosio del sangue.

Si tratta di una notizia davvero ottima, soprattutto perché negli Stati Uniti in particolare, solo nel 2012, il diabete tipo II è stato riscontrato nell’8% della popolazione ed è costato 175 miliardi di dollari agli Usa, dove non tutti possono permettersi le cure contro questa malattia.

Gli esperti si sono focalizzati su diverse ricerche per contrastare il divulgarsi di questa malattia, giungendo a concludere che dieta e vita attiva hanno un ruolo chiave nel prevenirlo.

Gli studi eseguiti dal dipartimento di scienze nutrizionali dell’Università dell’Illinois hanno fatto emergere queste doti benefiche contenute in origano e rosmarino, e che aiutano a contrastare il suddetto tipo di diabete. Questo perché contengono sostanze che potrebbero contrastare il diabete tipo II tanto quanto i farmaci, ma senza controindicazioni.

L’esito dello studio

L’autrice dello studio, Elvira Gonzalez de Mejia, in un articolo esplica che «i polifenoli e i flavonoidi contenuti in queste spezie sono in grado di inibire alcuni enzimi, chiamati PTP1B e DPP-IV, che giocano un ruolo chiave nella secrezione dell’insulina».

L’autrice sottolinea, inoltre, come le spezie fresche, che vengono prodotte in serra, hanno già dall’inizio una certa quantità di polifenoli e flavonoidi, e «ciò non ha influenzato la concentrazione necessaria per inibire gli enzimi». Gonzalez afferma che in sostanza, «gli estratti secchi commerciali sono risultati più efficaci, anche se sono necessari ulteriori studi per capire il ruolo di questi ingredienti nell’organismo umano».

rosmarino-web source

L’esperta, inoltre, chiarisce che origano e rosmarino che hanno maggior quantità di flavonoidi e polifenoli, vengono da Paesi quali Grecia e Messico. Gli scienziati hanno inoltre spiegato che il metodo di coltivazione è molto importante e può far sì che vi sia una sostanziale differenza tra le sostanze contenute nelle suddette erbe aromatiche. Tuttavia, si tratta pur sempre di studi che dovranno essere approfonditi e per ora, si aspettano ulteriori scoperte in merito.

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