Buffon, il racconto sconvolgente: «Non riuscivo neanche a guidare»

Il noto calciatore racconta a cuore aperto la sua depressione e dà preziosi consigli sulla vita.

Si definisce una persona che ne ha passate tante e che ha ancora voglia di essere protagonista, sia in campo che fuori. Stiamo parlando di uno dei calciatori più amati dai tifosi: il portiere Gigi Buffon che si apre, raccontando la sua depressione e come l’ha superata, dando preziosi consigli sulla vita.

Buffon-fonte web

La depressione

Buffon dice che ogni volta che incontra una persona, ama fare un quadro psicologico della stessa, in modo tale da poter capire, a seconda dei colori che vede in quel quadro, cosa sia passato nello stomaco dell’artista. Il portiere dimostra così di dare grande peso alla mente e alla coscienza umana, che lui stesso definisce le cose più belle e importanti in un uomo.

Gigi parla della sua depressione e dice di aver avuto 24, 25 anni e dice di averla scambiata inizialmente per stanchezza. E proprio per andare a fondo sul motivo della stanchezza, Gigi avrebbe fatto una serie di analisi e controlli: da queste è emerso che non aveva alcuna malattia. Per questo, il noto portiere, ha iniziato a sospettare che si trattasse di qualcos’altro, fin quando un giorno, alzatosi dal letto, ha sentito che le gambe tremavano ed erano senza energia.

Quando si è recato al campo, Gigi ha subito consultato il dottore e quest’ultimo gli ha detto che si trattava dei segnali di una iniziale depressione e di monitorare la sua situazione. Situazione, che però non migliorava. Motivo per cui il dottore gli avrebbe consigliato di assumere pasticche, che lo avrebbero aiutato a stare meglio.

Ma Buffon era determinato a superare la depressione senza l’aiuto di farmaci, poiché, secondo lui, la chiave stava proprio nel risolvere da soli i propri problemi senza cercare sempre aiuti esterni, alibi o scuse. Per Gigi, era lui a dover vivere la vita secondo i propri limiti e secondo le proprie virtù e a cambiare le carte in tavola, trovare alternative e stimoli nuovi, differenti.

La rinascita

Buffon racconta di essersi svegliato una mattina e, passando davanti ad un museo, di aver sentito la chiamata verso una mostra di Chagall. Qui a colpirlo particolarmente, sarebbe stato un quadro, ovvero “La Passeggiata” di Chagall, che gli avrebbe trasmesso ciò di cui in quel momento aveva bisogno: allegria e normalità. Gigi racconta di aver pensato proprio alla normalità, probabilmente la cosa di cui maggiormente necessitava in quel particolare momento della sua vita. Nella normalità probabilmente c’è anche la felicità.

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Proprio questa è stata la chiave di volta per Buffon: nuovi stimoli e una nuova normalità per lui. Una chiave di volta che lo ha visto rifiorire nell’arco di un mese e mezzo.

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