I due ballerini hanno vissuto una lunga e travolgente storia d’amore. Andiamo a scoprire la verità sulla fine della relazione.
Forse non tutti sanno che Simone di Pasquale e Natalia Titova hanno vissuto per tantissimi anni una bellissima storia d’amore. Infatti, spinti dalla stessa passione, entrambi hanno iniziato ad affacciarsi al mondo della danza sin da giovanissimi. Proprio grazie a quest’ultima i due si conobbero. In particolare, nel 1998 Di Pasquale chiese al suo coreografo se potesse trovargli una compagna di ballo.
Appena il ballerino vide la Titova rimase esterrefatto dalla sua bellezza, come confessato da lui stesso. Tra Simone e Natalia quindi ebbe inizio non solo un rapporto lavorativo, ma anche e soprattutto una relazione amorosa. Una storia molto importante che però è giunta al capolinea. Andiamo a scoprire cosa ha spinto i due ballerini a separare le loro strade.
La fine della storia d’amore
La storia d’amore tra Simona e Natalia è partita con un ostacolo da superare, ovvero la differenza linguistica. I due, infatti, non riuscivano neanche a comunicare tra di loro. Superato questo scoglio, però, la relazione tra i due ha spiccato il volo. Una relazione durata ben sette anni.
Nel 2005 i due ballerini hanno definitivamente messo la parola fine alla loro love story. Natalia e Simone sono due persone molto riservate. Infatti, non si sono mai espressi riguardo le motivazioni della rottura.
Natalia e Simone: il loro rapporto oggi
Titova e Di Paquale sono rimasti comunque in ottimi rapporti. Infatti, spesso hanno collaborato assieme a diversi progetti lavorativi inerenti al mondo della danza. Simone ha conosciuto l’attuale metà della sua ex, ovvero Massimiliano Rosolino. Di quest’ultimo il ballerino ha dichiarato che sia il perfetto compagno per Natalia.
Ma, se della ballerina conosciamo lo status sentimentale, lo stesso non si può dire per il ballerino. Infatti, Di Pasquale tiene molto alla sua privacy quindi è sempre molto difficile sapere se abbia una compagna. Ma al momento risulterebbe ancora single.
