Tiziana Panella, la malattia che l’ha devastata: “Piango di paura”

Tiziana Panella racconta la sua esperienza con il Covid. Ecco cosa è successo.

 

Tiziana Panella è una giornalista originaria della Campania che dopo la collaborazione con Il Mattino e Il Corriere del Mezzogiorno, inizia la sua carriera in tv come autrice. In questo periodo collabora con Chi l’ha visto? I fatti tuoi e Indagine.

Tiziana Panella
Tiziana Panella su La7 – Immagine presa da Facebook

Dopo una breve esperienza come conduttrice a Chi l’ha visto? e con Michele Santoro per il programma Il raggio verde, passa a La7 in cui conduce il Tg. Su questa rete ha condotto anche Omnibus, Le vite degli altri e Coffee break. Ora conduce Tagadà.

Da poco è stata protagonista di una brutta vicenda con il Covid-19 che la giornalista ha vissuto in prima persona e ha voluto raccontare la propria esperienza. Ecco cosa ha dichiarato.

Tiziana Panella racconta la sua esperienza con il Coronavirus tra momenti di solitudine e paura

Tiziana Panella
Tiziana Panella – Immagine presa da Facebook

La giornalista campana ha voluto raccontare la sua esperienza con il Covid che l’ha colpita dal giorno di Natale in cui ha iniziato ad avere i primi sintomi. “Dopo due anni, sono tornata con mia figlia a Caserta dai miei genitori. Insomma, ciclo completo di vaccinazioni, booster, tampone negativo…si può fare. Tasso di euforia alla partenza altissimo, mia figlia felice. Il 24 a cena, c’è una specie di cappa. Il figlio di mio fratello è positivo, mio fratello non c’è. In compenso arriva Babbo Natale che, causa Covid, fa un giretto veloce e poi riparte con le renne” ha raccontato.

Confessa anche come ha trascorso i drammatici momenti della fine dell’anno a casa con il Covid: “Quasi subito arriva il maledetto Covid. Parla Mattarella di questa infinita giornata buia, dei medici, della disperazione, delle bare. Comincio a piangere. Piango di paura, di sofferenza fisica, di solitudine. La solitudine può essere una buona compagna di viaggio […]. Conosco la solitudine del cuore e della pelle e lo considero un buon affare, prezzo congruo. Ma la solitudine della malattia è un’altra storia. Sento il sangue che pompa sotto la pelle e la pelle brucia, mi fa male tutto dai reni alle dita delle mani. La gola è piena di spilli, sullo sterno mi hanno piazzato una pietra, la testa è una trottola che gira e pesa. Ho paura”.

E in ultimo aggiunge: “Guardo la mia camera accogliente e so che se non fossi vaccinata sarei in terapia intensiva. Sento la solitudine di chi ha lottato in altre stanze, magari voleva urlare mentre non aveva aria per respirare. È disperante, per chi è nella stanza, per chi è oltre il vetro. Sono morti così, da soli, in tanti, troppi. Le ho raccontate in trasmissione le bare di Bergamo e non trovavo le parole. Adesso quelle storie, quelle vite, quelle solitudini mi feriscono senza rimedio”.

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