Ultimo: “questa cosa mi ha fatto tanto soffrire” | Il cantante alle prese con la terribile ossessione

Il noto cantante Ultimo, in una recente intervista, ha raccontato di una cosa che agli inizi della sua carriera lo ha fatto stare male. Ecco di cosa si tratta

Ultimo, il cui vero nome è Niccolò Moriconi, è nato a Roma il 27 gennaio 1996. Ha iniziato a studiare pianoforte a soli 8 anni, mentre a 14 anni comincia a scrivere i suoi primi brani. Come lui stesso ha raccontato in diverse interviste, agli inizi della sua carriera ha dovuto fare tanta gavetta, prima di esplodere e divenire uno dei cantanti più seguiti nel nostro Paese.

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Gli inizi

Ultimo, in una recente intervista, ha raccontato che in prima elementare sua madre gli domandò che cosa volesse fare oltre alla scuola, e lui replicò che non ne aveva idea. Quindi la madre lo portò in una scuola di musica e lui si innamorò del pianoforte. Ha poi proseguito questi studi fino a 19 anni. Dai racconti del cantante emerge la forte passione per la musica che lo ha spinto a non arrendersi mai pur di realizzare il proprio sogno.

I genitori, come spiega lui stesso, vedevano la musica per il figlio solo come un hobby, e lo esortavano a scoprire cosa davvero volesse fare nella vita. Ma lui amava la musica e voleva essere un cantante. E c’è riuscito alla grande.

Ultimo: la cosa che lo ha fatto soffrire

In un’intervista postata su Tik Tok, il cantante romano si racconta e parla anche di ciò che più lo ha fatto star male agli inizi della sua carriera. Alla domanda del suo intervistatore che gli chiede qual è stato uno dei momenti più duri, che hanno preceduto il suo capire che qualcosa cominciava a muoversi.

Niccolò Moriconi replica che nel periodo in cui faceva uscire i suoi primi pezzi sulle piattaforme quali Facebook e YouTube, nel 2015 soprattutto, rispetto al 2016, veniva da una fase della sua vita in cui per 2/3 anni si era esibito in un quartiere romano, San Lorenzo, zeppo di locali che consentivano di potersi esibire.

Niccolò rammenta che ogni volta che si recava in uno di questi locali per suonare, i padroni del locale gli dicevano una cosa che lo faceva stare molto male, ossia: «Ti faccio suonare ma devi cantare cover, non i tuoi brani. Puoi cantare un tuo brano alla fine della serata». La sua, come sottolinea il giornalista, è un’ossessione che lo ha fatto soffrire molto.

@gianlucagazzoli

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♬ Cornfield Chase – Hans Zimmer

Ha raccontato di essere sempre andato a bussare a varie etichette discografiche, senza mai arrendersi. Un utente ha commentato sotto al post della sua intervista: «Immaginate ora i proprietari dei locali». In effetti qualcuno si sarà mangiato le mani, visto che ora il cantante riempie gli stadi.

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